Economia circolare: il futuro del tessile

Si autorigenera e mira a limitare lo spreco delle risorse ottimizzando ogni fase del processo produttivo: il modello dell’economia circolare è ormai un obiettivo globale, inserito tra i temi di fondamentale importanza nell’Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile lanciata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.


Il cuore dell’economia circolare è la trasformazione dei rifiuti a partire da una gestione accorta delle risorse. Applicare questo paradigma al settore tessile vuol dire:


● ridurre i costi di gestione e smaltimento dei rifiuti,
● abbassare i costi dei materiali,
● limitare l’utilizzo di risorse non rinnovabili,
● riducendo di conseguenza l’impatto ambientale.


Nell’ottica più generale della green economy, la risposta di persone e aziende è sempre più rilevante: l’upcycling nel settore tessile è la nuova tendenza, ma rimane la necessità di un impegno costante e concreto di tutte le controparti.

Moda e industria tessile: è il momento di esplorare un nuovo modo di creare e fare business

L’industria globale della moda ha prodotto circa 2,1 miliardi di tonnellate di emissioni di gas serra soltanto nel 2018 – il 4% del totale globale. Inoltre, a causa dei prezzi sempre più bassi e delle mancate entrate – dovute a overstock, stockout e resi – i margini di profitto dei principali rivenditori di abbigliamento del mondo sono diminuiti in media del 40% dal 2016 al 2019. Questo è stato esacerbato nel 2020 dall’impatto della pandemia di Covid-19, che ha evidenziato la fragilità delle catene di approvvigionamento della moda e ha visto il settore subire un impressionante calo dei profitti del 90% rispetto al 2019 (Ellen MacArthur Foundation).


Guardando all’impatto ambientale, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente l’87% degli scarti tessili a livello mondiale finisce in discarica o incenerito, meno dell’1% viene riciclato. Il piano dell’ONU è pertanto una chiamata rivolta a tutte le aziende, che hanno già risposto avvicinandosi ad un percorso sempre più virtuoso nei confronti delle persone e del Pianeta, intessendo la trama del futuro del mondo tessile. L’apporto di ACIMIT – l’Associazione dei Costruttori Italiani di Macchinari per l’Industria Tessile – si inserisce in questo percorso virtuoso e si concretizza nella Green Label.

Green Label: il contributo di ACIMIT per un’industria tessile più sostenibile

Nata all’interno del progetto Sustainable Technologies, la Targa Verde firmata ACIMIT vuole essere un passo importante nel percorso di cambiamento verso la sostenibilità e l’economia circolare.


Green Label premia l’impegno dei costruttori italiani di macchine tessili nella ricerca di soluzioni che rispondano ai canoni della sostenibilità. Misurando le performance energetiche e ambientali delle macchine tessili, la Targa Verde certifica e dà un valore all’efficienza ecologica dei macchinari oggetto del labelling, diventando così un chiaro segnale per l’efficientamento del ciclo produttivo e per la competitività dell’azienda
stessa sul mercato.

Oggi il meccanotessile italiano si dimostra in grado di fornire soluzioni innovative che guardano al futuro del Pianeta. Con la certificazione Green Label ACIMIT vuole rendere possibile e concreta ogni scelta sostenibile, promuovendo un nuovo modello produttivo, verde e lungimirante. Scopri cos’è la Green Label e come ottenerla qui.

Economia circolare: il futuro del tessile

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